Tutto vero, ma nulla cambia

di Stefano Conte

Viviamo in un’epoca iperconnessa, iperinformata, ipercommentata.
Ci svegliamo e già sappiamo tutto: chi ha detto cosa, chi ha fatto peggio, chi è indignato con chi.
La verità – o quel che ci somiglia – è ovunque. Basta scorrere.

Eppure, più ne sappiamo… meno ci trasformiamo.
Siamo esposti a una quantità inaudita di notizie, analisi, prove, dati — ma quasi nessuna di queste riesce a incrinare le nostre convinzioni.
Sappiamo tutto. Ma cambiamo idea? Mai.

Ecco il paradosso dell’informazione selettiva: cerchiamo notizie per confermarci, non per confrontarci.
Un tempo la verità faceva tremare. Ora fa algoritmo.

Leggiamo solo ciò che ci dà ragione.
Condividiamo solo ciò che ci fa sentire nel giusto.
Blocchiamo chi osa proporre un’altra lettura, un altro dubbio, un’altra visione.

Così l’informazione diventa specchio, non finestra.
Non ci fa vedere il mondo: ci fa vedere noi stessi, filtrati, impaginati, coccolati dal nostro bias cognitivo preferito.

E mentre ci sentiamo sempre più consapevoli, diventiamo sempre più impermeabili.

La domanda è: a che serve tutta questa verità… se non lascia più nemmeno un graffio?

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