Il Blog di Stefano Conte
  • home
  • Chi sono
  • Rubriche
    • Riflessioni
    • Il caffè sospeso
    • Il paradosso della settimana
    • La parola abusata
    • Tra le righe del mondo
  • Contatti
mercoledì, 9 Luglio 2025
Il Blog di Stefano Conte
  • home
  • Chi sono
  • Rubriche
    • Riflessioni
    • Il caffè sospeso
    • Il paradosso della settimana
    • La parola abusata
    • Tra le righe del mondo
  • Contatti
Il Blog di Stefano Conte
Il Blog di Stefano Conte
  • Dichiarazione sulla Privacy
  • Cookie Policy (UE)
  • Disclaimer
Copyright 2021 - All Right Reserved
Author

Stefano Conte

Stefano Conte

La parola abusata

Sicurezza

di Stefano Conte 1 Maggio 2025
scritto da Stefano Conte

Ogni 1° maggio celebriamo il Lavoro. Ma non possiamo farlo senza parlare di quella parola che tutti pronunciano — e pochi praticano davvero: sicurezza.

Sicurezza non è un obbligo da spuntare su un foglio. Non è una clausola da contratto. Non è un fastidio da minimizzare, né un lusso da rimandare quando “le cose andranno meglio”. Sicurezza è un atto di civiltà. È la misura del rispetto per chi lavora. È la distanza — sottile ma decisiva — tra una giornata che finisce con una stretta di mano e una che finisce in ospedale. O peggio.

In Italia, le tragedie sul lavoro si susseguono con una regolarità che non può più essere archiviata come fatalità. Non bastano i minuti di silenzio, non bastano le corone di fiori. Non servono neanche solo nuove leggi, se poi restano nei cassetti o diventano scartoffie da compilare senza convinzione. Serve una cultura della sicurezza. E serve adesso.

Ma come si costruisce davvero?

Anzitutto con formazione vera, non finta. Non corsi improvvisati, non attestati senza contenuti. La sicurezza richiede conoscenza, consapevolezza, esercizio. E aggiornamento continuo. Poi serve partecipazione attiva dei lavoratori: nessuno conosce i rischi quotidiani meglio di chi li affronta. Bisogna ascoltarli, valorizzarli, coinvolgerli. Anche nei piccoli gesti: la segnalazione di un “quasi infortunio” può prevenire una tragedia.

C’è poi la questione dei controlli: servono più frequenti, più efficaci, più mirati. Non per punire, ma per aiutare a migliorare. E servono imprese che non temano i controlli, ma li considerino parte del proprio percorso di crescita. La sicurezza, se ben gestita, non è un costo. È un investimento. E produce valore.

Ma tutto questo non funziona se si lavora precari, isolati, ricattabili. La precarietà è nemica della sicurezza: chi ha un contratto a termine, o lavora per subappalti a catena, è più esposto, più vulnerabile, meno protetto. Più incline ad abbassare la testa quando non dovrebbe.

E poi c’è un altro paradosso: le risorse per la sicurezza ci sono, ma non sempre vengono usate bene. A volte restano inutilizzate, altre volte sono impiegate in corsi inutili, in progetti autoreferenziali, in iniziative poco efficaci. Sprecare soldi sulla sicurezza è peggio che non averli: dà l’illusione di aver fatto qualcosa, quando in realtà non è cambiato nulla.

Non servono solo norme. Serve coscienza. E coraggio. Perché cambiare richiede volontà, responsabilità, e un po’ di onestà intellettuale.
Serve che ogni azienda — grande o piccola — si assuma il compito di costruire ambienti di lavoro giusti, stabili, sani.
Serve che lo Stato garantisca ispezioni, formazione di qualità, uso mirato dei fondi.
Serve che i lavoratori abbiano voce, stabilità, protezione.
Serve, in breve, un patto vero tra tutti.

La sicurezza non è la cornice del lavoro. È la sua base.
Il primo passo. Il presupposto. La condizione minima.
Senza sicurezza, il lavoro non è lavoro: è solo un rischio pagato a ore.

1 Maggio 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
Tra le righe del mondo

Film “Conclave”: elogio del dubbio

di Stefano Conte 27 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

Il film Conclave mi ha un po’ deluso.

Si tratta della storia di intrighi e debolezze umane che mi sarei sinceramente risparmiata. Non per nascondere la testa sotto la sabbia ma perché sono stufo di vedere rappresentate al cinema solo le bassezze che ci propina giornalmente l’umanità.
Gli attori tutti bravissimi ma non da Oscar, come qualcuno sperava. Non perché non siano stati all’altezza ma perché, a mio avviso, ricoprono tutti ruoli secondari, di contorno. La vera protagonista della storia è la storia stessa.

Due immagini, però, restano.
La fotografia struggente dei cardinali che, sotto la pioggia, rientrano in San Pietro protetti da ombrelli bianchi.
E il discorso del cardinale decano, semplice e potente, che vale l’intero film.

“L’unico peccato che ho imparato a temere più di ogni altro è la certezza.
La certezza è il grande nemico dell’unità.
La certezza è il nemico mortale della tolleranza.
…
La nostra fede è una cosa viva proprio perché va di pari passo con il dubbio.
Se ci fosse solo la certezza, e non il dubbio, non ci sarebbe il mistero.”

Io chiaramente non mi riferisco alla fede in Dio o nella Chiesa.
Penso alla fede nei nostri ideali, valori, principi.
Anche questi, se vengono rinchiusi nella prigione della certezza assoluta, diventano dogmi vuoti, mummificati, inutili.

Il dubbio non è il contrario della fede.
È la condizione perché essa resti viva.
È il respiro che impedisce al pensiero di diventare statua.
È il movimento silenzioso che impedisce alla nostra anima di pietrificarsi.

Avere ideali non significa trasformarli in steccati invalicabili.
Significa portarli con sé, come una lanterna nel buio, accettando che la luce sia fragile, mobile, tremolante.
E che proprio per questo, sia vera.

È la certezza che separa, che divide, che condanna.
È il dubbio che unisce, che apre, che invita.

Il vero atto di fede, quello autentico, è continuare a camminare anche quando il sentiero si fa invisibile.
Anche quando il mistero sembra troppo grande per essere afferrato.
Anche quando la voce interiore sussurra domande, non risposte.

Il dubbio, se coltivato con onestà, è fratello della tolleranza.
È compagno della libertà.
È la base segreta di ogni vera fraternità.

Non servono film sugli intrighi.
Ne abbiamo già a sufficienza, purtroppo.
Servono storie che ci ricordino questo:
che solo chi sa dubitare è davvero capace di vivere in libertà e tolleranza.

27 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
La parola abusata

Libertà: il potere e il dovere di scegliere

di Stefano Conte 26 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

Il 25 aprile si celebra la Libertà.
O almeno, si cerca di farlo.
Ma il rischio, ogni volta, è confondere la libertà con l’assenza di limiti, con il capriccio, con il rumore.

La vera Libertà non è il diritto di fare tutto ciò che si vuole.
È il potere di compiere o non compiere certi atti, secondo la determinazione della nostra volontà.
È la forza di scegliere.
È la responsabilità di sapere che ogni scelta traccia un solco, e che quel solco non riguarda solo noi.

Essere liberi non significa ignorare regole o negare confini.
Significa riconoscere che il nostro diritto finisce dove comincia quello degli altri.
Significa che non tutto ciò che è possibile è anche giusto.

La Libertà autentica cammina insieme alla Legge morale.
Non quella imposta dall’esterno, ma quella riconosciuta nel profondo di sé, là dove il rumore della propaganda si spegne e resta solo la voce del proprio dovere.

È facile sventolare bandiere. È difficile esercitare la Libertà come disciplina quotidiana: pensare con la propria testa, agire con rispetto, scegliere senza farsi trascinare.

La Libertà non si festeggia. Si costruisce. Pietra su pietra. Silenziosamente.

E ogni volta che scegliamo di pensare, di rispettare, di agire con giustizia, aggiungiamo un mattone al nostro Tempio interiore.
Un Tempio senza mura, ma con fondamenta profonde.

Non basta essere stati liberati una volta.
Bisogna essere liberi, ogni giorno.

26 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
Il paradosso della settimana

Perché le domande sono spesso più importanti delle risposte

di Stefano Conte 25 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

Viviamo in un tempo che premia la risposta pronta.
Chi esita è sospetto. Chi domanda troppo viene corretto. Chi dubita… viene ignorato.
La velocità ha colonizzato anche il pensiero: serve una risposta rapida, chiara, definitiva — possibilmente a portata di touch.

Ma la verità è che le risposte chiudono.
Le domande, invece, aprono.

Una risposta rassicura.
Una domanda disturba — in senso buono: ti costringe a spostarti, a guardare meglio, a cambiare prospettiva.
Una risposta ti fa sembrare in controllo.
Una domanda ti fa sentire vivo.

Le risposte sono comode.
Le domande, scomode.
Eppure è proprio il fastidio che ci sveglia.
La domanda giusta, al momento giusto, può spostare un’intera esistenza di mezzo grado.
E mezzo grado, se lo segui abbastanza a lungo, ti porta in un’altra vita.

Il paradosso è che viviamo in un’epoca piena di risposte — ma con pochi interrogativi autentici.
Tutti pronti a dire cosa pensano, pochissimi disposti a chiedersi perché lo pensano.

Le domande migliori non si dimenticano.
Restano lì, sul fondo, come i fondi del caffè in una tazzina lasciata un po’ troppo tempo sul tavolo.
Ti guardano.
Non chiedono permesso.
Ti sussurrano: “Davvero sei sicuro di tutto questo?”

Una risposta può vincere una discussione.
Una domanda può aprire un sentiero.

Ecco perché, a volte, la risposta migliore…
è un’altra domanda.

25 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
Il caffè sospeso

Il pensiero del mattino

di Stefano Conte 24 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

C’è chi medita.

C’è chi prega.

C’è chi apre l’home banking per controllare se è ancora tutto lì.

Io apro la moka. E aspetto il primo gorgoglio come si aspetta un segnale dal cielo.

Il caffè, per me, non è una bevanda: è un rito d’accesso.

Il mondo può essere incomprensibile, caotico, arrogante. Ma finché esiste quel gesto — acqua, fuoco, polvere e pazienza — so che posso ancora pensare. E farlo bene.

Il primo pensiero del giorno non arriva da me. Mi viene offerto, con crema densa e profumo di lucidità.

E tu?

Hai già acceso la tua mente?

24 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
Il paradosso della settimana

Tutto vero, ma nulla cambia

di Stefano Conte 23 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

Viviamo in un’epoca iperconnessa, iperinformata, ipercommentata.
Ci svegliamo e già sappiamo tutto: chi ha detto cosa, chi ha fatto peggio, chi è indignato con chi.
La verità – o quel che ci somiglia – è ovunque. Basta scorrere.

Eppure, più ne sappiamo… meno ci trasformiamo.
Siamo esposti a una quantità inaudita di notizie, analisi, prove, dati — ma quasi nessuna di queste riesce a incrinare le nostre convinzioni.
Sappiamo tutto. Ma cambiamo idea? Mai.

Ecco il paradosso dell’informazione selettiva: cerchiamo notizie per confermarci, non per confrontarci.
Un tempo la verità faceva tremare. Ora fa algoritmo.

Leggiamo solo ciò che ci dà ragione.
Condividiamo solo ciò che ci fa sentire nel giusto.
Blocchiamo chi osa proporre un’altra lettura, un altro dubbio, un’altra visione.

Così l’informazione diventa specchio, non finestra.
Non ci fa vedere il mondo: ci fa vedere noi stessi, filtrati, impaginati, coccolati dal nostro bias cognitivo preferito.

E mentre ci sentiamo sempre più consapevoli, diventiamo sempre più impermeabili.

La domanda è: a che serve tutta questa verità… se non lascia più nemmeno un graffio?

23 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail
Tra le righe del mondo

Il Papa, i Massoni e quel dialogo che non si fa mai

di Stefano Conte 22 Aprile 2025
scritto da Stefano Conte

È morto Papa Francesco.

E stavolta non è una fake news.

Tutti, proprio tutti, lo stanno celebrando come il Papa del dialogo, dell’accoglienza, della pace, dell’apertura.
Un pontefice “progressista”, dicono. E lo era, in molti sensi. Ha fatto tremare qualche colonna troppo rigida. Ha fatto arrabbiare i custodi del “si è sempre fatto così”. Ha usato parole nuove, in luoghi dove si parla in latino.

Eppure, in mezzo a tanto dialogo, ce n’è uno che non ha mai neanche sfiorato: quello con i Liberi Muratori.

Già.
Perché mentre Francesco benediceva il dialogo tra religioni, tra popoli, tra culture, e persino tra atei e credenti… quando si trattava di Massoneria, la porta è rimasta chiusa. Anzi: la scomunica è rimasta al suo posto, lucidata e confermata.
Con tanto di documento ufficiale nel 2023, firmato dal Dicastero per la Dottrina della Fede: “inconciliabile”, hanno scritto.

Il motivo? La solita storia: sincretismo, relativismo, una visione della verità troppo… panoramica.
Insomma: il muratore costruisce, ma evidentemente non con i mattoni giusti.

Eppure, diciamolo: certe parole chiave della Massoneria, Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, non suonano poi così diverse da quelle dell’enciclica “Fratelli tutti”.
E il concetto di “luce” che guida il cammino non è poi così distante da quello che illumina il cuore dei giusti, in tutte le religioni.

Allora perché questo gelo?
Perché il Vaticano parla con l’imam, con il rabbino, con il buddhista e con lo scienziato laico, ma non con chi porta al dito un anello con squadra e compasso?

Non lo so.
Forse fa ancora paura un’idea: quella che la verità, per essere davvero grande, debba stare comoda anche in un tempio che non ha muri.

22 Aprile 2025 0 commenti
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinWhatsappTelegramEmail

Chi sono

Chi sono

Un libero pensatore. Un osservatore del mondo che cammina ai bordi del pensiero dominante, non per snobismo, ma per gusto dell’asimmetria. Ho scelto di coltivare il dubbio come forma di conoscenza, l’ironia come forma di resistenza, la simbologia come chiave di lettura della realtà. E ogni tanto, anche come arma gentile per disarmare la banalità.

Se vuoi seguirmi

Facebook Twitter Instagram Linkedin Email

I post più letti

  • 1

    Film “Conclave”: elogio del dubbio

    27 Aprile 2025
  • 2

    Il Papa, i Massoni e quel dialogo che non si fa mai

    22 Aprile 2025
  • 3

    Libertà: il potere e il dovere di scegliere

    26 Aprile 2025

Rubriche

  • Il caffè sospeso (1)
  • Il paradosso della settimana (4)
  • La parola abusata (2)
  • Riflessioni (1)
  • Tra le righe del mondo (3)
  • Dichiarazione sulla Privacy
  • Cookie Policy (UE)
  • Disclaimer

@ 2024 - 2025 Stefano Conte - Tutti i diritti riservati | All Right Reserved.

Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}
Il Blog di Stefano Conte
  • home
  • Chi sono
  • Rubriche
    • Riflessioni
    • Il caffè sospeso
    • Il paradosso della settimana
    • La parola abusata
    • Tra le righe del mondo
  • Contatti
Il Blog di Stefano Conte
  • home
  • Chi sono
  • Rubriche
    • Riflessioni
    • Il caffè sospeso
    • Il paradosso della settimana
    • La parola abusata
    • Tra le righe del mondo
  • Contatti
@ 2024 - 2025 Stefano Conte - Tutti i diritti riservati | All Right Reserved.